La storia dell’abete “Spelacchio” è nota a tutti. Dalla Val di Fiemme viene acquistato dall’amministrazione del Comune di Roma, un abete bellissimo per le festività natalizie, da esporre in piazza Venezia, poco distante dai Fori Imperiali e dal Colosseo.
L’abete, chiamato “Bolle” come Roberto Bolle, il più grande ballerino del mondo che quando danza sul palcoscenico della Scala di Milano sembra toccare, come l’abete, il cielo con le sue dita. Tutti gli animali della foresta lo salutano commossi. Perché sanno che dopo aver tagliato il tronco, non vivrà più di un mese.
E tutta la sua magnificenza svanirà nel nulla. Il problema vero è stato però che dopo pochi giorni della sua permanenza in Piazza Venezia, l’abete “Bolle” si intristì e cominciò a perdere tutti gli aculei. Subito venne nominato “Spelacchio”
La bellezza di qualche giorno prima era solo un vago ricordo. E i giornali di tutto il mondo presero a parlarne e a chiedersi il perché. E’ mai possibile che il “ponentino” di Roma faccia questi effetti? Leggete questa storia ragazzi e vi renderete conto che, a volte, l’umanità riesce a rovinare anche le cose più belle.